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giovedì 27 agosto 2015

Start up, nuove avventure ed imprenditorialità

Eccomi! 

Di nuovo online sul mio blog dopo una lunga e colpevole assenza.
Mi è mancato scrivere su questo spazio, un po' pubblico e un po' privato, e se non l'ho fatto per un po' è stato prevalentemente per pigrizia e per i miei troppi impegni, non certo per la mancanza di qualcosa su cui scrivere!
L'ultimo mio post è stato più di un anno fa... nel frattempo la mia vita è andata avanti, correndo come al solito.. ho compiuto il mio primo anno di lavoro in una nuova società, ho affrontato il mio primo anno da assessore del mio Comune, ho fatto viaggi, mi sono venute nuove idee, sono cresciuta.

E una delle nuove idee che ha preso forma in questo ultimo anno è diventata sempre più concreta, reale e ora sta per partire ufficialmente...
Così un po' per gioco, un po' per sfida (a me stessa prima di tutto), un po' per convinzione e un po' per sognare, sono diventata una giovane imprenditrice. E quindi ora ho tre soci (o tre mariti, visto che la commercialista ci ha detto che fare una società insieme era un po' come sposarsi), che al pari di me non hanno esperienza in questo campo ma tanto entusiasmo, e una società che - speriamo - crescerà con noi.

Ogni tanto, in questi ultimi mesi, mentre lavoravamo per rendere operativa la società dopo averla fatta nascere, mi sono chiesta se fosse stata una mossa avventata e come mai proprio io, che mai mi ero immaginata in questa veste, fossi finita - anche se solo per una quota parziale del mio tempo - ad aprire un'attività. Io che già lavoro, io che mi sono sempre vista a lavorare non in proprio, io che ho l'esempio dei miei genitori, dipendenti con il posto fisso da decenni, io che sono cresciuta con l'avversione al rischio tanto da non avere soldi investiti neanche in BTP...
Tutte queste cose sono vere e rimangono vere eppure ce ne sono anche tante altre che possono spiegare questa mia nuova avventura. 

Avete mai provato la sensazione esaltante di veder piano piano crescere quello che avete in testa? Avete presente il piacere di lavorare in completa autonomia e per qualcosa in cui si crede (e si investe!) in prima persona? Avete mai fatto girare i pensieri a mille per prevedere scenari, inventare storie, immaginare strategie, pensare al futuro, capire come funzionano le cose e come potrebbero funzionare ancora di più? Avete mai avuto un lavoro così stimolante da permettervi di imparare qualcosa di completamente nuovo o quasi ogni giorno? Avete mai creduto così tanto in un progetto e in un gruppo da volerlo far crescere insieme, cercando di decidere tutto o quasi all'unanimità? Avete mai sperimentato la condizione di soci con la fiducia sempre più forte nelle idee e competenze degli altri, da farti mollare - ogni tanto - anche il tuo punto di vista? Avete mai provato il brivido di creare qualcosa da zero?
Aprire un'attività in prima persona è anche tutto questo... e così siamo diventati più o meno esperti di urbanistica, diritto, contabilità, programmazione web, comunicazione, giochi logici, design, disegno CAD e stampa 3D, arredamento e chissà cos'altro... 
Abbiamo progettato, abbiamo scritto, abbiamo girato mercatini dell'usato e trasportato mobili, abbiamo firmato contratti, abbiamo visto avvocati, architetti, commercialisti e consulenti del lavoro, abbiamo arredato e costruito, abbiamo fatto test, abbiamo parlato e impezzato un sacco di persone con la nostra idea, abbiamo coinvolto amici e famigliari, ci siamo confrontati e scontrati tra soci, ci siamo un po' scazzati ogni tanto ma abbiamo anche riso e brindato e scherzato esaltandoci ed immaginando il nostro futuro... e il più delle volte lo abbiamo fatto di sera, nel week end e durante le ferie, perchè comunque continuiamo a lavorare e andiamo avanti con la nostra vita.

Nei momenti di sconforto - che ci sono stati, eccome! - ci siamo spesso detti fra noi soci che sicuramente, anche solo per le cose nuove viste, imparate e sperimentate, era valsa la pena di lanciarsi in questa nuova avventura.
Ecco, ora siamo finalmente arrivati al momento in cui capiremo se c'erano anche altri motivi (più concreti e tangibili!!!) per lanciarsi: infatti fra pochissimo ormai inaugureremo la nostra attività e finalmente, dopo tanti viaggi mentali e tanti pensieri, vedremo come andrà e se funzionerà.


Di cosa sto parlando? Qual è la fantomatica attività? 

Eh, calmi ... fra le cose imparate c'è anche che una buona strategia di comunicazione e marketing non può che poggiare su un po' di mistero iniziale, quindi se volete saperlo, restate sintonizzati!!! ;) 

lunedì 7 luglio 2014

Appuntamenti importanti

Si, lo so. Sono terribilmente colpevole. 
Sono stata assente, latitante, un completo fantasma nonostante i buoni propositi che avevo scritto nel mio ultimo post più di un anno fa...

Non scrivevo da tantissimo, eppure ieri sera ne avevo proprio voglia, o forse ne avevo proprio bisogno.
Perchè ieri sera era la sera prima di un appuntamento importante e se ho rinunciato a scrivere, ripromettendomi però di farlo oggi, è stato solo perchè volevo andare a dormire ad un'ora decente ed essere bella fresca e riposata questa mattina.
Perchè oggi avevo un appuntamento importante, il primo giorno di un nuovo lavoro.
Pensavo non mi avrebbe fatto molto effetto, ma nonostante sia una lavoratrice già da un po', nonostante io conosca già bene il mio capo, nonostante io sappia perfettamente o quasi cosa andrò a fare, dove e con chi, nonostante tutto e un po' inaspettatamente ieri sera ho sentito un po' di tensione.
E chi mi conosce sa che la tensione molto spesso la sfogo scrivendo, quindi il mio primo pensiero è andato al mio blog/diario e a tutto quello che avrei potuto raccontare su questo momento.

La sera prima di un appuntamento importante, lavorativo ma non solo, che fate? Vi rilassate, non ci pensate, ci pensate fino allo sfinimento, fate liste di cose da fare, liste di pro e contro, check list di cose da ricordare, vi fate trascinare dai ricordi...?
Io ho fatto di tutto un po'.. sono tornata in serata da un week end al mare e man mano che i kilometri sulla A13 scorrevano e io tornavo alla realtà, l'ansia aumentava un po' e allora il mio cervello ha iniziato a pensare a quello che avrei trovato e a quello che stavo definitivamente lasciando e un po' sull'onda della malinconia e un po' sull'onda della razionalizzazione mi sono messa a pensare all'unica esperienza simile a questa che ho già avuto.
Perchè io un lavoro l'ho già lasciato e ne ho già scritto (qui raccontavo la mia decisione). E ricordo benissimo cosa ho fatto la sera prima del mio primo giorno di lavoro nella mia (ormai) ex società. Era settembre, ero stata al SANA con un'amica, avevo fatto razzie di gadget e assaggini al tofu che non avrei mai usato, sono stata a cena alla Festa dell'Unità al Parco Nord e anche quella volta sono andata a letto presto pensando a cosa lasciavo e chiedendomi se avessi fatto la scelta giusta.
Allora feci la scelta giusta, ogni tanto nel corso di questi tre anni ho ripensato a quella scelta ma quasi mai l'ho rimpianta... perchè questa volta dovrebbe essere diverso?
E oggi come allora ricordo di aver pensato di essere una privilegiata, che forse era inutile e un po' ingiusto farsi tante paranoie su quello che ormai, di fatto, è un privilegio... io che penso e ripenso se accettare un lavoro quando tanti miei coetanei e non solo hanno ormai perso ogni speranza di ricevere un'offerta di lavoro.
Il mio cervello ha iniziato a pensare a tutto questo e a molto altro, ai bei momenti, a quello che ho imparato, alle persone che ho incontrato, ma anche alle motivazioni che mi hanno portato a prendere questa decisione, alla curiosità per quello che è nuovo, alla voglia di mettersi di nuovo un po' alla prova... e così è arrivata sera e sono arrivata a Bologna. E dopo un po' di rassicurazioni, un piatto di gnocchi con le zucchine, un bicchierino di mirto e un po' di programmazione delle prossime probabili ferie (tutti e tre preziosi toccasana per la sopravvivenza quotidiana!!!) sono andata a letto e non ho fatto neanche uno dei miei sogni contorti da cervello in iper-lavoro.

Mi sono svegliata stamattina, mi sono preparata (non troppo formale, non troppo informale, non troppo truccata, sembriamo disinvolti e carini ...) e sono andata. Il solito giro di presentazioni e benvenuto e poi la prima giornata è andata.

Che devo dirvi? Che ora non ho voglia di raccontarvi tutto quello che ho pensato e che ho visto, le differenze che ho subito notato, le volte che, in bene e in male, ho pensato "di là non è così" (magari tengo tutto questo come materiale per un nuovo post!!). A giornata finita voglio solo pensare che l'importante è che domani non è più un primo giorno, da domani sarò operativa, pronta a lavorare e a scoprire nuovi colleghi, nuovi progetti, nuove cose da fare e da imparare.

Poi certo, volendo credere al karma, scoprire che il nuovo pc aziendale non entra nella mia bellissima borsa rossa appena comprata dovrebbe farmi pensare.. O accorgersi che il back up di tre anni di vita non è andato a buon fine e che (forse) ho perso tutto dovrebbe farmi fare delle domande...
Sarà la dimostrazione karmica che ho fatto male a fare questa scelta? Il fato che si rivolta contro di me? Oppure solo un primo lunedì che non è filato via benissimo? 
Non so, eppure volendo essere positivi e volendo trovare messaggi rassicuranti potrei pensare che è solo un nuovo inizio. E come tutti i nuovi inizi questo implica lasciare qualcosa dietro di se non avere rimpianti.

Arrivederci borsa rossa, finchè è durata è stato bellissimo.



giovedì 11 aprile 2013

Salto nel vuoto

"Guardi nel vuoto che verrà, 
cerchi tra fretta e ambiguità,
quanto coraggio ancora c'è
quanto si chiama vivere..."

                 Salto nel vuoto, Subsonica 
               
                                 
Come dicono i grandissimi Subsonica, ogni tanto guardi davanti a te e capisci che c'è un salto nel vuoto da fare, e che ci vuole un po' di coraggio (o magari una  piccola spinta..).

E a quel punto o ci si lascia andare e si salta o può essere che ci si faccia un po' male.
Lavoro, studio, politica, relazioni, in tantissimi ambiti mi è capitato ogni tanto di dovermi lanciare e il più delle volte sono atterrata in piedi senza danni, mentre altre un po' più stravolta. 
Sono coraggiosa? Salto volentieri? Mi butto io, di mia spontanea iniziativa?
No, No e No.
Altro che saltare, io sono una che ha bisogno di un po' di tempo, di rassicurazioni e di incoraggiamenti per lanciarsi.. poi magari salto e salto pure in alto, ma da sola salterei mai?
No so... certo che faccio fatica pure a tuffarmi dagli scogli al mare, valutate voi il mio grado di coraggio!

E sul mondo del lavoro? Se si vuole progredire un po' bisogna sicuramente imparare a saltare, quindi come fare?
Forse avrei potuto lanciarmi prima, forse avrei potuto essere più propositiva e propormi per nuove attività, ma non è proprio la mia indole, eppure ora mi tocca saltare lo stesso..
Si perchè stanno arrivando un po' di spinte, prima sotto forma di incitamenti e piccoli suggerimenti, e poi le spinte sono diventate sempre più decise. Mi stanno lanciando e io devo proprio saltare ora.
E così mi sono ritrovata improvvisamente a dover andare un po' oltre i miei soliti compiti, quelli su cui ormai, dopo due anni, mi sento sicura e brava, per affrontare nuovi scogli. E visto che quando si è in ballo bisogna ballare, improvvisamente mi sono ritrovata con tantissimi compiti in più, tutti nuovi e "sfidanti" (come si dice in consulentese) e tutti in una volta.
Panico Paura.
Sarò pronta? Farò cazzate? Sarò all'altezza? Riuscirò mai a ritrovare la padronanza e la sicurezza che sentivo prima? Mi sento un po' stravolta e nella mia testa mi immagino tutti gli scenari possibili, da grandi successi a grandissime delusioni.
Eppure probabilmente per crescere bisogna osare e cercare di superarsi, no? 
Sbagliando si impara, giusto?
Tutti sono stati inesperti, è chiaro.
E non si nasce imparati, no?
Questi sono i miei nuovi mantra, le frasi che mi ripeto quando mi prendono un po' degli attacchi di panico... In fondo le miei piccole sfide quotidiane le ho quasi sempre vinte, perchè ora dovrebbe essere diverso?
OK, salto.

Vi racconterò presto il mio atterraggio...

domenica 24 febbraio 2013

L'esercizio della democrazia

Non potevo evitare di scrivere qualcosa sulla giornata elettorale di oggi, d'altronde se mi conoscete saprete bene quanto centrale ed appassionante sia per me la politica.

E quindi che dire di oggi? Come raccontare l'aria che respiro ai seggi? 
Come descrivere l'entusiasmo che mi prende quando vedo una moltitudine di persone che tenacemente e convintamente (ognuno delle proprie idee e cause, ci mancherebbe) dedicano una piccola parte della loro domenica per andare a votare, con la speranza di cambiare un po' in meglio il proprio paese.

Che dire dei signori anziani che con il passo incerto e la mano tremolante arrivano sempre puntuali ed immancabili al seggio con il sorriso sulle labbra, ricordando le lotte, i sacrifici e le rinunce per ottenere questo diritto? 
Che dire dei giovani 18enni che mi sembrano sempre molto più consapevoli di come son descritti e che arrivano per esercitare il loro primo voto?
Che dire degli scrutatori, dei presidenti e dei segretari (ma anche dei rappresentanti di lista) che ormai costituiscono quasi una piccola comunità e che per due giorni lavorano a ritmi serrati per permettere a tutti di votare?
E quest'anno - possiamo già dirlo anche se si voterà anche domani - abbiamo - perlomeno in Emilia Romagna - superato anche la prova neve. 

Ricordate il vostro primo voto? 
Io si, so quando è stato, in che occasione, cosa ho votato, chi erano i candidati e anche che preferenza ho espresso. Ma allo stesso modo ricordo le tante volte in cui, bambina, andavo al seggio con i miei genitori, qualche volta sarò anche entrata nella cabina elettorale con la mamma e mi chiedevo quando avrei anche io potuto fare quella cosa li.
è per tutti così emozionate e pieno di significato esercitare il proprio diritto di voto e partecipare così alla vita democratica del paese? 
Non so. Io sono cresciuta così, con la nonna che mi raccontava di aver votato la prima volta della nostra storia democratica e con la mamma e papà che mi portavano al seggio con loro, spiegandomi perchè era importante votare. Il voto e la politica non sono mai state un tabù nella mia famiglia, anzi.
Ma non è così per tutti. Stamattina appena sveglia ho assistito ad una scena che mi ha ricordato - nel suo inizio - alcune conversazioni avute da piccola con mia mamma. Una bimba chiede alla sua mamma di poter votare. Lei chiaramente le dice di no, le spiega che deve avere 18 anni e che ne mancano ancora circa 13. Fin qui tutto bene. Potevamo essere io con mia madre una ventina di anni fa. 
Poi però la signora aggiunge "ma tanto non ti perdi niente".
Mi sono dovuta trattenere dall'intervenire per insultare la madre e spiegare un paio di cose alla bambina.

Che le avrei detto?
Le avrei detto che votare è bellissimo. Ed è bellissimo anche stare ai seggi tutto il giorno, vedere tutti i miei concittadini che piano piano arrivano e votano, scrutare le facce e cercare di capire chi la pensa come te e chi no e aspettare con ansia i risultati.

Per chi non l'ha ancora fatto, buon voto.

giovedì 21 febbraio 2013

Cambio pelle

è tanto che non scrivo... anzi è tantissimo...

Certo con tutte mille cose che faccio nella mia vita, tenere aggiornato un blog è davvero l'ultimo dei miei pensieri, eppure...

... eppure di cose da scrivere ne avrei avute tante in questi mesi

... dal lavoro che è diventato sempre più impegnativo (e soddisfacente) ai "primi approcci" con stagisti e nuovi arrivati (quanto è più facile fare le cose rispetto al farle fare!) per finire - udite udite - con una promozione che ha segnato la fine del mio 2012.

Avrei potuto scrivere di tutte queste cose, e di tante altre

.. di una casa che nel giro di un anno a forza di trapano, martello, lavori e nuovi mobili si è trasformata dalla casa della mia infanzia alla casa del mio futuro,
... della politica sempre importante nella mia vita e a volte pervasiva,
... delle serate in cui stacco alle 22.00 dall'ufficio e mi si affaccia il terrore di una vita riempita solo dal lavoro,
... del mio equilibrismo fra vita sociale, lavoro, amici, riunioni e cazzeggio che, nonostante la fatica, mi assicura che la mia vita non sarà mai solo lavoro...

Eppure nonostante il piacere di scrivere, nonostante la voglia di continuare a tenere questo spazio vivo ed aggiornato, nonostante ogni tanto qualcuno (non tanti, ma qualcuno sì!) mi abbia chiesto notizie dei miei post, sono stata un po' bloccata.

Solo colpa degli impegni? Solo un problema di tempi e di conciliare le tante cose da fare?
Che qui non solo si lavora, ma siamo nel bel mezzo di un trasloco e di una campagna elettorale!

Sicuramente.. in fondo ho dovuto aspettare un giorno di malattia per avere il tempo e la tranquillità di mettermi davanti al computer, ma non credo che sia solo per questo.

è che forse questo blog non mi sta più tanto bene addosso.. come quando si ingrassa o si dimagrisce un po' e quel paio di jeans che prima erano perfetti, che erano il tuo pezzo forte dell'armadio, che ti mettevi sempre per sentirti figa, improvvisamente diventano un paio di jeans come tutti gli altri che non ti cascano addosso poi così bene...

è un po' così anche per questo blog, il mio primo bellissimo blog, il mio blog portafortuna (10 giorni dopo il primo post ho trovato lavoro!) ora me lo sento un po' meno mio, un po' meno calzante.. in fondo.. non è un po' ingannevole ora presentarsi come una neolaureata alla ricerca del primo impiego?

Forse come sono un po' cresciuta io in questi ultimi due anni (si.. fra un paio di settimane faccio i miei primi due anni di lavoro.. quanto manca alla pensione????), dovrebbe crescere un po' anche questo blog, per tornare a calzarmi alla perfezione...
E quindi che fare? Abbandonare queste pagine o fare solo un restyling? Cambiare titolo o fare finta di niente? Aprire un secondo blog gemello in cui scrivere delle prossime sfide che mi attendono?

Non so.. diciamo che intanto ho ripreso a scrivere e che il prossimo passo sarà cambiare la descrizione del mio profilo in queste pagine

[Avevo scritto "Si, lo ammetto, sono una laureata in Scienze Politiche (e come direbbe la Gelmini, forse è colpa di questa mia scelta se ora non ho ancora un lavoro) ma non ho ancora perso la fiducia e la speranza di farcela. O perlomeno di trovare qualcosa. Magari senza dover continuare a rivedere al ribasso le mie aspettative. Per il momento ho trovato un Blog"]....


Ormai posso davvero dire che qualcosa l'ho trovato e che non ho neanche dovuto rivedere al ribasso le mie aspettative. è ora di cercare una nuova definizione per la me stessa di oggi e di lanciarsi in nuove ricerche...

venerdì 5 ottobre 2012

Politica e lavoro

In ufficio si può parlare di tutto o ci sono argomenti tabù, che è meglio evitare per non creare conflitti o dissapori? 
Non credo ci sia una regola, ma mi hanno raccontato che ad alcuni nuovi entrati in azienda alcuni raccomandano di non toccare argomenti potenzialmente sensibili, e nello specifico relazioni sentimentali e politica.
Si, come no, fortuna che a me nessuno me l'ha detto... da gossippara un po' pettegola e militante e appassionata di politica, non so come avrei potuto rispettare queste consegne!
Iscritta alla Sinistra Giovanile da quando ho 14 anni, attualmente consigliera comunale e segretaria comunale del PD della mia città, da sempre volontaria alla Festa dell'Unità... come potrei non parlare di politica??? Soprattutto considerando che in ufficio ci passo, in media, una decina di ore al giorno e che ormai con i colleghi ci conosciamo e parliamo un po' di tutto, e quindi anche di politica.
E ora il clima si sta surriscaldando... scandali, elezioni in vista, primarie imminenti... la politica è sempre di più centrale nei nostri discorsi e ormai siamo tutti usciti allo scoperto... Nessun collega veramente di destra (siamo a Bologna, che diamine), c'è chi è più critico e quasi grillino, chi apprezza Vendola, chi è allineato con la posizione del PD, chi il PD va bene ma bisogna rottamare D'Alema, chi apprezza Renzi, chi vorrebbe mandare tutti a casa, chi si fida di Bersani, chi vota UDC e sostiene Renzi, chi è cresciuto qua in Emilia e rimpiange quando il Partitone era veramente radicato, chi si sente elettore di centrosinistra ma un po' critico...
Con tutte queste posizioni, come si fa a non parlare di politica? A non scaldarsi parlando di politica?
Oh ragassi la politica è così per me, o si glissa, non ne parliamo e facciamo finta di niente, ma se si entra in argomento come si fa a trattenersi??? E quindi ecco che a mensa nascono discussioni e dibattiti, si formano schieramenti e contrapposizioni, si commentano notizie e ci si scalda un po'.
E con le primarie che si avvicinano, questa scena si ripete sempre più spesso...
Parlare di politica è bello, no? Perchè dovrebbe essere considerato un argomento sensibile? A forza di discutere ed infuocarsi si rischia di litigare? Sarebbe meglio non esporsi così tanto con i colleghi?
Ma ormai, quando ci si conosce da tempo, quando si passano insieme così tante ore, quando ci si vede e ci si sente anche in orario extra-lavorativo, quando si organizzano cene, concerti ed aperitivi di gruppo.. perchè dovrei limitarmi in quello che dico? 
Certo.. ultimamente il confronto si sta instradando sempre di più nella dinamica io contro il renziano di destra, con siparietti sempre più accesi ed ormai prevedibili, con continue e simpatiche provocazioni da entrambe le parti... eppure non credo che questo possa rovinare i nostri rapporti professionali.. o no??
Cosa succederà fra qualche mese, quando mi presenterò in ufficio con volantini e santini per fare campagna elettorale anche fra i colleghi??
Sarebbe meglio essere più impersonali e freddi e parlare solo del tempo e di cose di ufficio? 
Uhm credo che questo non faccia per me... con tutti questi potenziali votanti alle primarie e poi alle elezioni, come potrei trattenermi dal fare propaganda???? 

martedì 28 agosto 2012

Prima o poi le ferie finiscono

Oggi 28 agosto inizio a pensare che le mie ferie siano sul serio agli sgoccioli. 
Tornata dal Salento ho infatti deciso che era troppo presto per arrendersi alla routine bolognese e mi sono spostata verso nord, per completare il "tour dell'Adriatico", litorale che in effetti quest'anno ho percorso da Trieste a Leuca.
Una piccola fuga per posticipare, soprattutto mentalmente, la fine di questa estate 2012, fuga che mi ha permesso prima di scoprire una Trieste un po' californiana (sole, mare, tuffi, un lido invaso di rasta, bonghi, cocktail in caraffe e altre amenità) ma comunque ventosa e poi di fare un po' la radical chic alla biennale di architettura di Venezia. Come ogni fuga, anche questa II tappa adriatica è finita. 
Ho ancora gli ultimi giorni di ferie davanti a me, ma la mia mente ormai si è arresa e sta pian piano rientrando nella modalità lavoro e vita quotidiana. Oltretutto, come capita sempre, pensando di avere davanti ben un mese di ferie, mi ritrovo ad essermi lasciata indietro un sacco di commissioni, impegni e pure compiti a casa (cioè un po' di cose di lavoro da finire prima del rientro in ufficio) che ho rimandato finora e su cui mi devo assolutamente concentrare. Ma in fondo è normale così, con i compiti delle vacanze ci si riduce sempre all'ultimo, non è una novità!
E quindi come dice la canzone "l'estate sta finendo e un anno se ne va" (e in effetti potrei anche citare il seguito..sto diventando grande, lo sai che non mi va)...


Al rientro dalle ferie troveremo l'ufficio come l'avevamo lasciato? In questi ultimi giorni di ferie il mio grande interrogativo è questo. Ovviamente non sono preoccupata di non ritrovare la mia scrivania e le mie carte (in realtà un po' si...e chi conosce la mia mania-ossessione per la cartoleria lo capirà!) ma di non ritrovare quello spirito e quell'intesa che si era creata con i colleghi in luglio. E mi chiedo se il clima così informale è piacevole delle ultime settimane fosse dovuto all'estate imminente e alla stanchezza e voglia di staccare di tutti o piuttosto ad una reale evoluzione dei rapporti.
In fondo ormai lavoro a stretto contatto con le stesse persone 40 ore a settimana (ehm no scherzavo, sono sicuramente di più..) da poco meno di un anno, e con tutte mi trovo molto bene, ci sta che si crei un bel gruppo anche extralavorativo, no?
Nel mese di luglio, per esempio, abbiamo organizzato un aperitivo con i miei colleghi "junior", una cena di area, un aperitivo+cena di gruppo di lavoro, oltretutto al mare, la serata aziendale, le partite degli europei viste insieme, qualche puntatina a vicolo bolognetti in cui incontravo sempre più colleghi che alla macchinetta del caffè in ufficio... Lo spirito sarà ancora quello? Era solo un fuoco fatuo? Lo stress del ritorno vanificherà questo bel clima?
Oltretutto settembre sarà un mese durissimo, in ufficio ce lo siamo detto un sacco di volte, e nelle ultime settimane pre-ferie era diventato un po' un mantra... cercavamo di tirare avanti e fare gli ultimi sforzi, pregustando il mese di stop e dicendoci che era fondamentale ricaricare per bene le pile in attesa di un rientro che si preannunciava molto impegnativo. 

E infine ora mi chiedo, tutte queste mie riflessioni su quello che mi aspetterà fra alcuni giorni, non saranno solo una scusa per posticipare ancora un po' compiti a casa e commissioni varie????